Da qualche tempo nel settore alto del parco si possono incontrare giovani alberi che non passano di certo inosservati e destano qualche curiosità: alcuni hanno manicotti di tessuto feltroso bianco intorno al tronco, altri le chiome avvolte in candide reti come veli da sposa, altri ancora con vistosi cartellini gialli riportanti strane sigle. Si tratta di piante oggetto di una serie di prove sperimentali intraprese dalla Fondazione Villa Ghigi in collaborazione con Agri2000 e con il Servizio Fitosanitario Regionale per studiare un insetto, una piccola specie di cicala, e individuare strategie di contenimento dei danni che esso provoca sugli alberi e arbusti del parco.
L’insetto, Cicadetta brullei anche detta Cicaletta dei fruttiferi, dopo avere passato l’inverno sotto terra in forma larvale, a giugno inizia a frequentare le chiome degli alberi per deporre le uova. E lo fa incidendo con il suo ovopositore i rametti più giovani delle piante dove lascia vistose ferite, difficili da rimarginare, in corrispondenza delle quali spesso il rametto finisce per spezzarsi. Avvistata per la prima volta nel parco nel 2016, questa specie nel corso degli ultimi anni si è manifestata con sempre maggiore vigore a giudicare dai danni riscontrati. Sembra non avere preferenze di specie botanica: dai rusticani ai mandorli, dai ciliegi alle querce, finanche i tralci di vite e le rose selvatiche mostrano i segni della sua attività. Finalmente quest’anno si è avviata una ricerca, con il supporto tecnico scientifico e operativo di esperti in materia, che ci auguriamo possa dare risposte concrete per approfondire il ciclo di questo invertebrato e contenerne la diffusione (che al momento sembra essere limitata all’area del parco e alle zone limitrofe, ma che potrebbe rappresentare un grave problema nel caso si estenda alle zone agricole della nostra provincia).